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Studio professionale: ecco cosa fare per averlo in casa!

Studio professionale

Ogni libero professionista sente il bisogno, nella sua carriera, di poter lavorare in un ufficio. Spesso però affrontare le spese d’affitto e gestione di un locale può portare più spese che guadagni, soprattutto se la professione non prevede contatto con il pubblico. Per questo motivo la soluzione migliore è quella di trasformare una stanza della casa in uno studio professionale. Ecco cosa fare!

Uno studio professionale “privato”

Per prima cosa valutiamo se la nostra professione prevede un contatto diretto con il pubblico, oppure no. Nel caso in cui non sia prevista la presenza fisica dei clienti in ufficio, come per un social media manager, un copywriter o uno sviluppatore di siti web, allora non dovremo rispettare dei requisiti particolari e ci basterà adibire una stanza a studio professionale, senza nessuna particolare autorizzazione.

In questo caso la nostra categoria catastale rimarrà A2 e l’immobile risulterà utilizzato in modo promiscuo.

Nei rari casi in cui la nostra professione ci potrebbe portare alla visita fisica di un cliente, potrebbe essere una buona idea quella di affittare uno spazio di coworking in un’area dedicata, così da risultare professionali senza però dover invitare il cliente nel nostro ufficio casalingo.

Studio professionale “pubblico”

Se, al contrario, il nostro lavoro prevede un contatto costante con il cliente, come un tecnico informatico, un’estetista o un architetto, allora sarà indispensabile apportare alcune modifiche strutturali. La stanza che avremo deciso di utilizzare come studio professionale dovrà essere distinta dagli spazi abitativi e occorrerà cambiare la destinazione d’uso in A10, presentando la richiesta al comune e aggiornando la vista fiscale dall’Agenzia delle Entrate. Servirà inoltre il certificato di agibilità, richiesto all’amministrazione comunale.

Vantaggi fiscali

Per chi utilizza l’immobile a uso promiscuo, la legge italiana prevede delle agevolazioni. Sarà infatti possibile non solo dedurre fino al 50% della rendita catastale, ma anche dimezzare le spese di ristrutturazione. Queste ultime però, solo nel caso in cui non abbiamo un altro immobile, nello stesso comune, destinato allo stesso uso.

In condominio

Il regolamento condominiale potrebbe impedirci, attraverso specifiche clausole, di dedicare una parte della nostra casa e trasformarla in uno studio professionale. Potremmo infatti ritrovarci nell’impossibilità di cambiare la destinazione d’uso o semplicemente indicare l’uso promiscuo di un appartamento. Per non incorrere in sanzioni, ma consentirci comunque di ottenere il nostro studio, sarà necessaria una decisione unanime all’assemblea condominiale.

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